Il ghostwriter per influencer

Se sei qui e ora, la storia la conosci.

Hai aperto un canale/pagina/profilo social – magari per caso, almeno all’inizio. Poi ci hai preso gusto, hai trovato la tua voce, hai radunato una bella platea, sei cresciuto, sono iniziate le collaborazioni. Stai monetizzando, come si dice ora.

Ad un certo punto è arrivata una casa editrice e ti ha detto: perché non scrivi un libro per noi?

Il contratto è arrivato al volo nella tua mail, l’hai firmato, e poi?

Non so se è una declinazione lecita del mestiere di ghostwriter, ma dato che ho accumulato già alcune esperienze di questo tipo, tanto vale parlartene.

[Nota bene: se hai deciso tu di scrivere un libro derivato dalla tua carriera online, alcuni parametri cambiano, ma il grosso di questo articolo resta valido.]

Far scrivere un libro a un influencer: i perché dell’editoria

Non facciamo gli ingenui. Se le case editrici ti chiedono di scrivere un libro, è perché hanno fatto i loro conti, e sanno che molto probabilmente

  • potranno accedere a una buona fetta dei tuoi follower, e vendere già al lancio un discreto numero di copie
  • potranno rischiare di intercettare il “caso letterario” (Giulia de Lellis docet)
  • potranno sfruttare la pubblicità che tu farai loro, compresa probabilmente quella in forma di pre-lancio che farai nei mesi di scrittura del libro.

Insomma, i buoni motivi loro li hanno.

E tu?

Scrivere un libro da influencer: perché farlo?

Rispondo nel più classico dei modi: perché no?

Avere il tuo libro sugli scaffali delle librerie è ancora una soddisfazione, e dà anche un certo lustro. Tanto più che in genere la tua committente (la casa editrice) sfrutterà il tiro che l’uscita del libro ha sui social per pompare un po’ vetrine, interviste e presentazioni. Insomma: saranno i proverbiali quindici minuti di fama, ma saranno spesi bene.

Detto questo, veniamo al succo: come scrivere un buon libro da influencer?

L’influencer di fronte alla pagina bianca: rischi e opportunità

Il più prossimo dei rischi te lo racconto con una storia.

L. ha un profilo Instagram piuttosto seguito, pubblica tantissimo, ed è arrivata ad affiancare una piattaforma di corsi online alla sua attività di consulente. Viene contattata da una casa editrice specializzata, e l’accordo è presto trovato. Viene subito definito l’indice del libro, ben 8 capitoli. Nel contratto, c’è la presentazione di un primo capitolo di prova a febbraio, la consegna di tutto il materiale (testi e immagini) per fine maggio, un paio di mesi di editing e l’uscita de libro a settembre.

A fine giugno L. non ha ancora scritto una riga, ma ha la casella di posta intasata di “novità sul libro?” da parte della responsabile della casa editrice.

Quando mi ha chiamato, L. mi ha detto: pensavo che non avrei avuto problemi, sono i miei argomenti, ne parlo tutti i giorni sui social, e invece ogni volta che mi metto alla scrivania per scrivere, non so da dove partire.

Sì, ce l’abbiamo fatta in un mese.

Parentesi: i libri che ho scritto per gli influencer

No, niente nomi.

Solo per dire che non c’è limite alle tipologie di libro che possono essere ricavate da un profilo social seguito da un buon numero di follower.

Fai contenuti di puro entertainment, divertenti, dissacranti o semplicemente ironici? Ovvio: ti verrà proposto di scrivere un volumetto umoristico.

Sei un coach, curi il benessere fisico, psichico ed emotivo dei tuoi seguaci? Ti verrà chiesto di editare una versione compressa del tuo metodo e delle tue tecniche. Tra l’altro, questa proposta è ottima se, oltre ai social, hai una community o meglio ancora un’academy con la quale vendi corsi.

Sei un guru del marketing o dell’imprenditoria? Come sopra, ma il metodo sarà ovviamente sul busine$$.

Travel, outdoor, #vanlife? Settore amplissimo. Ci sono guide per fare la stessa cosa, storie di “come ci sono arrivato”, itinerari e risorse varie.

Cambio vita? Sarà la storia del tuo cambio vita – in questo momento, poi, è un argomento succosissimo e di gran moda. Dentro un grande contenitore comune – insoddisfazione, percorso mentale, salto nel vuoto e rinascita – ogni storia ha le sue sfumature, e lavorarci, almeno per me, è sempre un piacere.

A proposito: anche io ho fatto un notevole cambio vita, e sono nomade digitale. Se cerchi qualcuno che lavori con te da remoto, scrivimi.

Continuiamo. Fitness e/o nutrizione? Doppia scelta: metodo per perdere peso, tonificarsi, ritrovare la forma, diventare grossi, oppure motivazionale. O anche una combinazione delle due.

Infine, indipendentemente dalla categoria alla quale appartiene il tuo lavoro online, è possibile che ti venga chiesto di scrivere il libro della tua storia. Di tutte queste varianti, questa è la più ostica, perché l’effetto banalità è dietro l’angolo: vedi il prossimo paragrafo.

Social e libri: i cinque errori ingenui

1 Lo scopo del libro

Fondamentale: datti subito una direzione o, se te l’ha imposta la casa editrice, seguila. Il rischio di fare un brodo di tutto quello che ti viene in mente è tangibile, e rischia di trasformare – ad esempio – un agile e piacevole libricino in un pippotto senza fine. Ricorda soprattutto che il lettore esige una meta, una morale o un risultato, indipendentemente che tu gli stia spiegando come dimagrire mangiando 2500 calorie al giorno, come camperizzare il furgone di tuo papà idraulico (ora in pensione), o come hai ritrovato l’autostima e ripreso controllo della tua vita.

A corollario, il punto 2:

2 Quello che ci metti dentro

Non mi stancherò mai di dirlo (neanche dopo aver battuto come un maglio con il punto 3). Il lavoro di scrittura di un libro è molto simile a quello di un barman. Le parti vanno bilanciate, ma c’è molto spazio per la sperimentazione e la sorpresa – purché tu sappia gestirle.

Mi è capitato di scrivere il libro di un imprenditore molto attivo sui social, un vero e proprio metodo in 10 punti su come concertare gli strumenti digitali di un’azienda. Un libro la cui praticità non mi ha impedito di inserire delle cospicue fette di vita e ricordi dell’autore.

Il risultato? Un cocktail divertente, sfizioso, ma che raggiunge l’obiettivo: portarti ad una piacevole ebrezza (per rimanere in metafora).

Mettici troppo ghiaccio, e chi vuole bere bene ti classificherà come un pivello. O un furbacchione.

3 La coerenza

È una delle armi più importanti nella lotta per scrivere un buon libro. Ci sono diversi libri di influencer che peccano proprio di coerenza: anche nomi famosi, anche casi letterari.

Un consiglio spassionato. Se lavori con l’editor della casa editrice, o se ti affidi ad un ghostwriter, tieni d’occhio l’elemento coerenza: valoriale, lessicale, tonale – ne parleremo a tempo debito.

Inoltre, tieni conto che la coerenza si applica a tutto e tutti, e qualsiasi libro beneficia di una tenuta solida.

4 I tempi

E niente, questa è la cosa del contratto – se l’hai firmato e non riesci a stare dentro ai tempi concordati, preparati a fastidi più o meno grandi.

Ma anche se non parliamo di contrattualistica, ricorda che un libro ricavato dai social, per essere dato al mondo, ha dei momenti più buoni di altri, dati dalla combinazione di anno, stagionalità, società, dimensione ed engagement della tua platea.

Non sbagliare momento solo perché non riesci a chiudere il terzo capitolo.

5 Se scrivi da solo

Quando lavori per una casa editrice, hai un paracadute. E come forse sai, un paracadute in realtà è composto da due dispositivi differenti:

  • il primo, quello principale, sono le spalle coperte. Hai un organismo alle spalle che sa cosa vuole (il tuo libro), sa come deve essere (perché deve inserirsi in una cerca collana), sa cosa vogliono i suoi lettori, sa la lunghezza che deve avere il testo, il tono della scrittura, tutto. Sa anche la copertina. Non lavori alla cieca, solitario e, se lo fai, ci sarà comunque alla fine un editor a mettere ordine al tutto.
  • il secondo, quello d’emergenza, è la deadline. Ti impedisce di perderti, ti costringe a scrivere, ti permette di superare il foglio bianco… spingendotici dentro, come si faceva per insegnare ai bambini a nuotare. Certo, è possibile che per te la deadline sia inefficace, ma in genere le case editrici sanno come ridurti a ragione.

Se hai deciso da solo di scrivere il tuo libro, dovrai lavorare senza paracadute, al netto che tu non lavori con un ghostwriter, un coach o un editor.

A proposito degli editor

Solo una parola: fidati. Sanno il loro lavoro, soprattutto nell’ambito di questo tipo di operazioni librarie.

Quando si parla di scrittura creativa – vedi alla voce romanzo – esiste la possibilità che l’editor non sia quello giusto, che abbia idee e metodi che lo scrittore non è in grado di accogliere, che si creino attriti e risse.

Ma nel caso di un libro tratto dai social, non ti preoccupare: sanno il fatto loro.

In fase di editing, accogli i suoi interventi. Preoccupati solo di verificare a bontà di informazioni: è tutto quello che devi fare in quel momento. Dato che non è il tuo lavoro, molto spesso, una volta finito di scrivere la bozza, sarai esausto, e non avrai molta voglia di mettere in discussione ogni riga. Lascia lavorare l’editor.

E ricorrere ad un ghostwriter?

Cadresti in genere molto bene. Non solo perché il ghostwriter ti permette di schivare con eleganza i cinque errori nominati sopra, ma anche perché potresti affidare in blocco o quasi il lavoro a una persona in grado di arrangiarsi, e la tua produzione di content non ne risentirebbe per cose tipo ragazzi ieri sera sono stato sveglio fino alle quattro per trovare un certo aggettivo, ce l’avevo sulla punta della lingua ma non veniva proprio, e adesso non mi reggo in piedi, scusate, oggi il vlog non riesce a caricarlo.

Come lavoro con ai libri di influencer

Al di là di un check formale al tuo contratto (quante parole dobbiamo scrivere? l’indice è già definito? in che modo dobbiamo strutturare i capitoli? e via dicendo), il mio lavoro è sempre lo stesso. Confronto con te, bozza, integrazione, revisione finale per coerenza.

Il processo prevede solamente una fase in più: quella che io chiamo fase mimetica.

Semplicemente, come una intelligenza artificiale – ma preferirei il paragone con un anemone di mare – filtro i tuoi canali social e imparo il tuo modo di esprimerti. Tono di voce, sfumature, scelta delle parole, frasi ricorrenti: segno tutto e, come un camaleonte, inizio a scrivere come te.

La frase più comune che mi rivolgono i clienti

Sembro proprio io che parlo.

Iniziamo?

Le tempistiche per un libro di questo tipo sono più brevi rispetto a quelle di altri lavori di ghostwriting, ma ti consiglio di contattarmi subito, anche solo per una chiacchierata conoscitiva. Posso indicarti le mosse giuste per iniziare a usare quel foglio bianco.

By | 2022-09-05T10:30:20+00:00 settembre 5th, 2022|Ghostwriting|