Una telefonata.
Ciao, mi ha dato il tuo numero XY [un marketer al quale ho scritto qualche anno fa un bel manuale pratico di funnel marketing]. Ho un problema. Devo scrivere un libro. Ho un contratto con una casa editrice, ho bruciato la prima scadenza senza fare nulla, e ora mi hanno dato un ultimatum di un mese. Non ho scritto una parola, sono bloccata. Mi puoi aiutare?
Questa persona ha un bel seguito su Instagram (non nel ramo influencer: è più che altro un’estensione della sua platea professionale) e una piattaforma per webinar e lezioni. Il libro dovrebbe essere l’incarnazione del suo metodo per il “mercato reale” (passami il termine).
Si scopre poi che la casa editrice è una di quelle “vere” e per nulla piccole, e che la promessa – tra le altre cose – è quella di una bella distribuzione nazionale.
Sarebbe un peccato perdere questa opportunità, per lei. Ma a complicare le cose, c’è un dettaglio: la telefonata arriva a metà luglio, la deadline si trova ai primi di settembre.
Ci proviamo?
Come scrivere un libro in tempo zero (se lo fa il ghostwriter)
Firmato il contratto, queste sono le cose che le ho chiesto:
- l’indice del libro (fortunatamente, già concordato con la casa editrice),
- tutto il materiale possibile e immaginabile,
- qualcosa che mi permettesse di capire il suo tono.
Gli ultimi punti si sovrapponevano nella mole di video della sua piattaforma, e nella quantità enorme e quotidiana di stories pubblicate.
Fase uno: la full immersion
Questa parte la svolge il camaleonte che è in me. I video che mi vengono dati diventano lo sfondo contro il quale cambio pelle: assumo i toni della cliente, mi immedesimo non solo in lei, ma anche nella sua platea – fortunatamente per me, una platea tutto sommato uniforme.
Fase due: prendere le redini del lavoro
A questo punto, parto. Metto la ciccia (il testo grezzo dei capitoli) attorno all’ossatura del libro (l’indice). Man mano che scrivo, chiedo alla cliente di mandarmi dei vocali di verifica o di integrazione.
Perché i vocali? Perché per queste cose WhatsApp non è solo veloce, ma è anche cliente-in-panico-friendly: ecco che, oltre ai vocali, mi arrivano anche foto di pagine di libri dai quali prendere le informazioni più tecniche, indirizzi di articoli da “saccheggiare”, link ai video specifici dei suoi corsi (fondamentali, questi ultimi, perché mi permettono di verificare di essere sul binario giusto in ogni momento).
Fase tre: la libertà
Scherzo, ovviamente, ma l’idea è questa: quando la cliente non mi vede, infilo nella struttura del libro quelle che io chiamo malizie del mestiere. In pratica, creo i connettivi tra un capitolo e l’altro, costruisco delle scene dialogate che fungono da integrazione, spargo all’interno dei singoli capitoli dei rimandi leggeri, che rendono fanno da contrappeso piacevole alle parti più seriose.
Piena approvazione, con in più il “gasamento” della cliente, che ora si sente più motivata ancora.
Fase quattro: la consegna
Il mio lavoro finisce qui, dopo aver scritto quasi 40.000 parole. In questo caso, non c’è bisogno d’altro: quello che posso fare io per contribuire alla scrittura del libro, l’ho fatto. Ho potuto rispettare la richiesta dei tempi strettissimi anche perché conscio del fatto che la casa editrice avrebbe messo un editor alle calcagna della cliente, e il testo sarebbe stato comunque in parte modificato, rivisto e soprattutto corretto di eventuali refusi.
Il risultato
La cosa che mi ha reso fiero di questo lavoro, è la riuscita. Il libro è servito anche per motivare la cliente, che alla fine – l’ultima settimana – si è scapicollata per mettere insieme l’apparato grafico, le tabelle, e controllare i dettagli più tecnici. Ha potuto farlo anche perché, a prendersi cura delle ultime parti da scrivere, c’ero io.
Il libro è felicemente arrivato alle mani dell’editor, e io l’ho perso di vista manoscritto e cliente.
Una seconda telefonata, qualche mese dopo.
“Non ci credo: hanno messo il libro in preordine su Amazon, e si è esaurito in un giorno. Il libro è finito al primo posto della sua categoria, dopo dieci giorni è ufficialmente uscito nelle librerie… e oggi mi chiamano che è esaurito, e che stanno avviando la prima ristampa.”
Ma c’è una cosa ancora più bella: la quantità di follower che taggano la cliente sulle foto del libro, scrivendo cose tipo “ma parli proprio a me”, “ma sembra che mi conosci da una vita”, e via così.
Spettacolare.
Il camaleonte intanto è tornato del suo colore neutro, ed è pronto a dismetterlo ancora per il prossimo lavoro.